Alexis, L'Americano: Una carriera fulminea fino a coach del team Bollettieri. |
Una carriera vissuta in fretta, una sorpresa dietro l'altra come in una gigantesca matrioska. Da "smanettatore" in radio privata (e detto "truciolo" per i riccioli biondi) a "Coach" nel team Bollettieri: questi, i recenti dodici anni di Enrico Alexis. Anche se "sportivamente" parlando, tutto inizia dal calcio: Enrico gioca nelle giovanili del Rapallo, dove scorre la trafila degli aspiranti campioncini: dai Pulcini in su, poi la convocazione in Rappresentativa Ligure e due provini, per Genova e Roma. E' qui che subentra la 'svolta': quando il futuro sportivo di Enrico pare già diretto verso un pallone a spicchi, una lesione ai legamenti lo ferma. Un incidente grave che, pur se guarito perfettamente, non gli consente di proseguire. Brutto colpo, per un ragazzo di quindici anni; soprattutto ignorando quanto è 'scritto' per lui, alcune righe più avanti. Alexis, per caso e per curiosità scopre il tennis, giocato ed appreso con gli amici: "Mai preso lezioni - dice - in un certo senso, sono un autodidatta". L'accoppiata tennis e America si presenta a sette anni dopo, in occasione di un viaggio in USA: 'galeotto', un amico spagnolo Javier Campos, lì come interprete ONU. "Mi raccontò - spiega Enrico - che insegnava tennis per hobby, e mi invogliò a provare. In America, per diventare maestri non occorre tutto il ... calvario previsto in Italia. Ci si presenta, e ti dicono. pressapoco: "Mostraci che cosa sai fare", se sei OK, vieni ammesso alla scuola. Io feci uno stage con Dennis Van Der Meer, presidente della scuola nazionale maestri USA, ed ottenni il diploma". Da quel momento la progressiva ascesa, iniziata con l'Harry Hopman lnternational Tennis: allena i maestri, ed un giorno riceve l' offerta di un signore, Jim Pierce, che gli chiede di istruire la figlia Mary. "La seguii per sei mesi - prosegue Alexis - oltre, in USA non si può per via dei permessi di soggiorno. Allora, era una ragazzina tredicenne che, a mio modesto parere (lo espresse, a quel tempo a "Panorama", ndr) avrebbe potuto affermarsi. Ora, è la 24° nel mondo". Poi, il rientro in Italia, e la delusione della bocciatura (nemo propheta in patria ... ) all'esame federale italiano di tipo B. Nuovamente in America, questa volta con Nick Bollettieri: "Venni ammesso per le credenziali mostrate, ma dovetti riiniziare dalla ... gavetta: dapprima a fare "cestini" (colui che, con le palle da tennis nel cesto, esegue, per chi fa pratica con il maestro, i colpi da questo richiesti, ndr) poi ... mi ribellai. Proposi le mie idee, sul tennis, sugli allenamenti: fui ascoltato. Ed anche se questo portò ovviamente dei contrasti, entrai nel team". Forse, il' più' prestigioso al mondo, da dove arrivano Agassi, Courier, la Seles e Pete Sampras, vincitore dell'ultimo Master 1991. Il resto è storia recente, ed Enrico è una delle ... braccia di Bollettieri in Europa. "Ho un contratto come agente di Nick, per la diffusione del suo nome e del suo team. Fino allo scorso anno, agivo su territorio italiano. Ora che, d'intesa con la IMG è stata aperta una sede nazionale, mi sposto nell'Europa, in prevalenza al nord". E per il futuro? "Ci sono io, con la mia voglia di avere un centro personale di insegnamento. Io che cerco accordi con qualche ente o Comune che mi consenta l'utilizzo di strutture. Ho molte idee, compresa quella di un ponte Italia-USA in vista delle Colombiane ... ". E chi più di lui, oriundo yankee (il cognome tradisce la patria del bisnonno ...) potrebbe riuscirvi? Ma Enrico è abituato ad essere paziente: prima o poi, si schiuderà una nuova matrioska. |
Alexis, L'Americano: Una carriera fulminea fino a coach del team Bollettieri. |
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