Quei picchiatori figli di Nick. Courier, Agassi, Seles. |
Implacabile martellatore, "Big Jim" Courier. Il ragazzone dai capelli rossi di Dade City, Florida, ha impiegato 3 ore e 19 minuti e 5 set per conquistare il trofeo di tennis più importante di Francia, il Roland Garros, giunto alla sua centesima edizione.
Ma per Big Jim la finale del Roland Garros è stata anche un incubo. Era come giocare contro se stesso, davanti a uno specchio. Dall'altra parte della rete c'era infatti André Agassi, americano di Las Vegas, figlio di un pugile iraniano. Che gli rispondeva con gli stessi colpi, la stessa forza, lo stesso metodo. Nick Bollettieri, un sessantenne abbronzato e muscoloso, felpa e occhiali viola con montatura rosa. È lui, ex paracadutista, per lungo tempo allenatore di football americano, il creatore dell 'Accademia del tennis che porta il suo nome, la più grande fucina di giovani talenti della racchetta, quella appunto da cui sono usciti Courier e Agassi e anche la vincitrice della finale femminile del Roland Garros, la diciassettenne jugoslava americanizzata Monica Seles. Bradenton, a Tampa Bay, in Florida. Sono stati "Bollettierians" anche Michael Chang, il cinoamericano che due anni fa conquistò Parigi, Jimmy Arias, newyorkese di origine cubana quinto al mondo nell'84, Aaron Krickstein, figlio di un facoltoso medico di Detroit, che a 18 anni era il numero sette in classifica. E sono passati per la Nbta, per periodi più o meno lunghi, anche gli italiani Diego Nargiso e Raffaella Reggi. "Ricordo che Ted Meecka, l'attuale vicepresidente, svolgeva anche le mansioni di cuoco, i ragazzini li ospitavo nel mio appartamento e per andare ai tornei usavamo la mia automobile, dice Nick", tempi preistorici quelli. Madison Square Garden di New York. Ogni anno vengono ospitati 200 adolescenti a tempo pieno e centinaia di stagisti arrivano da tutto il mondo. "Una settimana tutto compreso costa 695 dollari" ricorda Enrico Alexis, responsabile per l'Europa dell'Accademia. I ragazzi sono ospitati in mini appartamenti, si allenano per otto ore al giorno e hanno la possibilità di frequentare la scuola. «Scendeva in campo, schiva e solitaria, abbracciando la racchetta e la sua bambolina, racconta Nick. Aveva un tiro velocissimo». È questo il segreto del metodo Bollettieri: lavorare fino in fondo sul colpo migliore dell'allievo fino a renderlo perfetto, tralasciando gli altri. John McEnroe. Non sono cattivi i ragazzi, sono delle povere vittime. Ma Nick non si scompone. Ultimamente ha inserito delle variazioni nel suo metodo allo scopo di ampliare il bagaglio tecnico dei giocatori e ha assunto Jim Loher, un noto psicologo, per lavorare anche sulla stabilità emotiva di baby prodigio sottoposti a uno stress enorme, sballottati da un capo all'altro del mondo, da un torneo all'altro, spesso senza neppure la compagnia dei genitori. |
Quei picchiatori figli di Nick. Courier, Agassi, Seles. |
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