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Ecco Enrico Alexis
il braccio europeo di Nick Bollettieri

di Lino Longo dal mensile Storie di Sport numero di Marzo 1992


Una storia (giovane) ricca di episodi che hanno trasformato un ragazzo in una vedette internazionale del Tennis

Ci avviamo verso i prossimi Open d'Italia di maggio al Foro Italico di Roma, cresce sempre più la voglia di tennis tra giovani e meno giovani. È di questi tempi infatti. con la bella stagione. che comincia l'attività nei clubs e nelle scuole di tennis di tutta Italia, Anche da noi il tennis è sport d'elite, ma non è facile trovare in questo ambiente. chi possa iniziare un giovanissimo nel mondo fatato della racchetta. Per aver la possibilità di diventare un buon tennista, ci sono i vari Centri FIT. ma sono tutti super affollati, per cui ci si iscrive sperando nella fortuna di aver operato la scelta giusta.

Ma qual'è la scelta giusta'? Lo abbiamo chiesto ad Enrico Alexis, il braccio destro del "mago" Nick Bollettieri che ha una scuola a Santa Margherita Ligure e spera di poter sfornare qualche Agassi o Sampras o meglio ancora una Monica Seles ...

Sentiamolo: "Innanzitutto - dice - è necessario orientarsi verso una scuola e mai su un club, il giovane deve partire da zero ed è necessario che venga guidato da un esperto, seguito passo passo e quindi affinato. Con questa filosofia ho aperto la "Portofino Coast" un'accademia altamente specializzata per lo studio e la scoperta di nuovi talenti.

La scelta del luogo non è stata casuale. Ho pensato infatti, di organizzare "tennis clinic" integrando la vacanza più strettamente intesa come tennistica con una piacevole permanenza in un luogo di villeggiatura".

Il "via" in Liguria
Il centro sulla costa del Monte Portofino sembra essere solo il primo di una rete di scuole che copriranno a tappeto anche altre città, In queste "clinic" verranno messi in atto i metodi di allenamento che lo stesso Alexis ha sperimentato in collaborazione con i più famosi coach del grande tennis.

Ma come si diventa coach a livello mondiale?
"Difficile sintetizzare in poche parole ciò che sono costati diversi anni di sacrifici - riprende Alexis - indubbiamente ii fatto di aver deciso fin dall'inizio di voler fare bene il tennis, mi ha aiutato a non disperdere le mie forze e anche nel superare momenti difficili come il primo impatto con un Paese selettivo, gli Stati Uniti".

Ritiene indispensabili gli Stati Uniti per qualificarsi professionalmente?
"Come dicevo prima, dipende dagli obiettivi di ogni singola persona. Io desideravo conoscere le realtà più avanzate in questo sport; mi rendo conto che hanno gravato anche sulla mia vita personale questi obiettivi, ma ora quando entro in campo mi sento a posto con me stesso e in grado di poter seguire i giocatori di qualsiasi livello.

Prima di cominciare questa mia attività in Italia, non ero soddisfatto del mio lavoro, ritenevo, quello che avevo imparato troppo poco per "accontentarmi".

Quali sono state le esperienze più profonde, quelle che hanno lasciato il segno?
"Personalmente la prima è stata durissima. Era difficile acquistare fiducia professionale dai grandi coach soprattutto provenendo da un paese straniero che non ha mai avuto grandi nomi nel settore dell'insegnamento del tennis. A livello professionale indubbiamente quella con Nick Bollettieri è la più grande in senso assoluto. Alla Nick Bollettieri Tennis Academy ho imparato ad essere un vero coach e oltre al tennis ha scoperto il management delineando una preparazione completa. Inoltre Bollettieri, mi ha dato la possibilità di realizzarmi fino ad avere compiti importami quali marketing rappresentative prima in Italia e dopo in Europa. Significative sono state le esperienze passate per Dennis Van Der Meer e il dott. Louis Cap - ex Coppa Davis - alla Van Der Meer Tennis University in South Carolina, così come la collaborazione avuta con l'Harrv Hopman International, la scuola fondata dal grande Hopman. Da quest'ultimo ho imparato a valorizzare in ogni giocatore l'istinto personale di ogni singolo".

Il vivaio italiano
Perché il tennis italiano non riesce a decollare definitivamente?
"Sono convinto - aggiunge Alexis - che in Italia ci siano buoni giocatori e giovani con grandi possibilità. Purtroppo il problema penso sia da attribuire alla classe dirigenziale della Federazione che premia lo tradizione trascurando le evoluzioni e le novità che in questo sport ha caratterizzato l'ultimo decennio, "

Qual' è il futuro della Portofino Coast?
"II futuro sarà dedicato a tutti coloro che vorranno giocare a tennis, ci saranno programmi idonei per i principianti e per i professionisti. Personalmente dedico parte del mio tempo anche ai piccoli non è difficile trovarmi in campo alle prese con giocatori che si avviano alla pratica di questo sport, lo sforzo maggiore del mio gruppo è indirizzato a formare un team di giocatori che viaggi in giro per il mondo a giocare tornei allenandosi duramente e con sacrificio ogni giorno.

Abbiamo ampliato anche corsi dedicati a coloro che intendono cominciare la professione di insegnanti e inoltre continuerò a collaborare costantemente come consulente di diversi circoli sportivi italiani e stranieri."

A chi dedicherà più tempo nella professione?
"Soprattutto a coloro che per motivi di lavoro non possono giocare spesso a tennis, tenendo lezioni singole o per piccoli gruppi e dando l'opportunità anche a questi di migliorare il proprio livello di gioco."

Vediamo ora come nasce Enrico Alexis.
Il suo passato sembrava dovesse essere sotto il segno della sfera di cuoio. Pensate, in giovane età, è stato una promessa come giocatore di calcio, calcando i campi del Rapallo, quindi quelli di Genoa e Roma dove venne scelto per interpretare il regista nei "primi test" di un modulo che diventò poi famoso: il centrocampo ad uno (oppure a tre,ndr). Purtroppo la sfortuna è in agguato proprio nel momento in cui la sua consacrazione è alle porte, un incidente ai legamenti crociati, lo ferma anche se l'intervento lo guarisce perfettamente, non gli consente di proseguire l'attività calcistica.

Peccato, per un ragazzo di appena 15 anni!

Alexis scopre il tennis per caso, giocando qualche volta insieme agli amici: "È da questi incontri che ho imparato a giocare - dice - non ho mai preso lezioni da nessuno ".

Ma come è cominciata la sua vita nel mondo del tennis?
"Sette anni dopo, avevo appena 22 anni, in occasione di un viaggio in USA, complice un mio amico spagnolo, Javier Campos, il qual, .interprete, mi raccontò che insegnava tennis per hobby e mi invogliò a provare. In America per diventare maestri non occorre percorrere tutto il calvario previsto in Italia. Ci si presenta e ti dicono pressapoco "Cosa sai fare". Se sei O.K. vieni ammesso alla scuola. Io feci uno stage con Dennis Van Der Meer, presidente della scuola nazionale maestri USA ed ottenni il diploma."

Da quel momento partì la progressiva ascesa di Enrico Alexis. Prima l'Harry Hopman International Tennis dove allena i maestri, poi con l'offerta di un certo Jim Pierce che gli chiede di istruire la figlia Mary, una quindicenne. "La segui per mesi - dice con orgoglio - e con costanza riuscii a far di lei una buona tennista tanto che ora è 24esima al mondo.

Poi decisi di Tornare in Italia per cercare di avere il diploma del mio Paese, ma fui bocciato. Fu una grande delusione al punto che decisi di tornare in America. Questa volta andai diritto da Nick Bollettieri e dopo un colloquio venni ammesso grazie anche alle credenziali in mio possesso, ma dovetti riprendere da capo, dalla gavetta, a fare i cestini (colui che con le palle da tennis nel cesto, segue per chi fa pratica con il maestro, i colpi da questo richiesti). Poi mi ribellai. Proposi le mie idee sul tennis e fui ascoltato. Ed anche se questo fatto nuovo portò ovviamente a contrasti, entrai quasi di prepotenza nel Team, quello che è considerato oggi il più importante del mondo, dove sono nati Agassi, Courier, Pete Sampras. Monica Seles, ed altri",

Il resto è storia recente ed Enrico è un braccio di Bollettieri in Europa:
"Ho un contratto come agente di Nick per la diffusione del Tennis sotto il suo nome. Fino allo scorso anno agivo solo sul territorio italiano, ora d'intesa con l'International Management Group è stata aperta una sede nazionale e mi sposto spesso in Europa in prevalenza al nord".

Enrico Alexis è nato a Fano 28 anni fa, è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Parma, è diplomato alla United Professional States Tennis Registry con qualifica di istruttore. È iscritto alla United States Association dal 1987. Nel 1989 ha ottenuto il diploma di partecipazione al Simposio Internazionale di Tennis di Barcellona e in Italia ha il diploma di tecnico C1.

Un curriculum di tutto rispetto, auguri coach!

Ecco Enrico Alexis
il braccio europeo di Nick Bollettieri

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